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La città di Oria e le sue leggende

Evelina Giordano

La storia della Regione Puglia vanta un passato millenario dove storia, cultura e tradizioni si fondono. Il suo fascino risiede soprattutto nella bellezza dei luoghi e nelle meraviglie naturali, da visitare anche fuori stagione, dove trascorrere del tempo immersi nella pace dei suoi innumerevoli paesaggi.

Vista da lontano #Oria appare avvolta da una nube di fumo. C’è una leggenda che racconta della maledizione di una madre a cui fu tolta la figlia, il cui sangue fu gettato nelle fondamenta del Castello. Ella disperata, infatti, augurò alla cittadina di andare in fumo frase: “Possa tu fumare Oria, come fuma il mio cuore esasperato”. Che sia realtà o leggenda, sta di fatto che il borgo di Oria appare spesso avvolto da una leggera nebbiolina. In provincia di Brindisi, Oria si trova nel nord Salento, su una elevata altura collinare, facente parte di un cordone di antiche dune costiere. Così domina la pianura, del cosiddetto “Tavoliere di Terra d'Otranto”, sull'antico percorso della Via Appia, tra #Brindisi e #Taranto, distante da #Bari circa 100 Km.

Oggi è tra le mete più importanti ed ambite del turismo, grazie alla sua favorevole posizione tra i mari Adriatico e Jonio, rappresentando una tappa obbligata per chi sceglie questa Regione per le vacanze estive. Ma questo territorio fa da richiamo tutto il periodo dell’anno, infatti, su di lei sventola la Bandiera arancione, tra le località d’eccellenza dell’entroterra premiata dal Touring Club. La sua origine è antichissima come testimoniato dal suo centro storico ricco di storia e cultura, soprattutto ben curato tra viuzze abbellite da piante e fioriere, scalinate e case imbiancate, dove ci si può nutrire delle bellezze dei suoi tesori artistici.

Sulla cima più alta di Oria, il Colle del Vaglio, svetta il Castello normanno-svevo, modificato ed ampliato dall’imperatore Federico II di Svevia. E’ considerato un “monumento nazionale”, con a guardia le sue torri e le mura merlate, poggiato su un'area abitata sin dai periodi più remoti. Una delle torri sia chiama "del salto", poiché una leggenda racconta che una ragazza decide di morire gettandosi dall’alto della torre, piuttosto che trascorrere il resto della sua vita con il nobile anziano a cui era stata destinata come moglie. Oria è divisa in quattro rioni, Judea, San Basilio, Castello e Lama, e la tradizione secolare, storico-folcloristica, vuole che si svolga annualmente, nel mese di agosto, un torneo tra i rioni, in onore di Federico II Imperatore del Sacro Romano Impero.

Più di mille figuranti tra nobili, dame, cavalieri, giullari e sbandieratori, in perfetto costume medioevale, accompagnano in corteo l'imperatore lungo le vie di Oria, imbandierate per l'occasione, a cui fa seguito lo svolgimento tra i cavalieri di durissime prove per conquistare l'ambito Palio. Oria, grazie alla sua privilegiata posizione geografica, è da sempre meta di importanti scambi culturali che hanno determinato influenze importanti testimoniate dagli stili dei diversi monumenti presenti nel territorio.

Oltre il castello, è possibile visitare l’interessantissimo Museo Archeologico, situato a Palazzo Martini, che raccoglie i numerosi materiali degli scavi effettuati sul territorio. Una ricca esposizione di reperti archeologici in dieci sale, tra cui corredi funerari e vasellame di uso quotidiano, che racconta dell’antica popolazione Messapica, e dei riti e delle usanze ad essa collegate. Diverse scoperte archeologiche, infatti, negli ultimi anni hanno portato alla luce grande sorprese.

Uno straordinario ritrovamento, risalente al 2015 in Piazza Lorch, è quello dei resti di un’antica necropoli messapica, 15 tombe interamente scavate nella roccia riunite attorno ad un pozzo. Molto interessante è il Parco Sabba-Montalbano, un giardino esotico disposto su più terrazze, contenute da muri in pietra a secco, nei pressi del Castello Svevo. Nel sottosuolo di quest’area a verde, sono presenti testimonianze archeologiche di abitazioni, che testimoniano la presenza bizantina a Oria. La grande bellezza nella città di Oria è rappresentata dalla Cattedrale, con la facciata in stile barocco, dedicata a Santa Maria Assunta in Cielo, ricostruita dopo il terremoto del 1743 sui resti di un tempio romanico.

Al suo interno, per i più coraggiosi, è possibile visitare la Cripta delle Mummie di Oria, 22 nicchie che ospitano 11 confratelli dell'Arcidiocesi della Morte di Oria, uno degli spettacoli più macabri della storia pugliese. A pochi passi ci si imbatte nel Palazzo Vescovile e, sempre nel centro storico, si trova la Chiesa di San Francesco di Paola che per anni ha conservato il corpo di San Barsanofio, patrono della città. Una Chiesa molto semplice, con un’unica navata di diciannove metri e, con al di sotto, una cripta. A 5 chilometri da Oria sorge il Santuario San Cosimo alla Macchia, meta di pellegrinaggi legati al culto dei santi medici, compatroni del paese insieme a san Barsanofio. La profonda fede popolare della zona si riscontra anche nel noto Pellegrinaggio delle 100 Croci”, nella notte del 14 agosto, verso la Chiesa di Santa Maria Gallana.I pellegrini arrivati nella piccola chiesa rupestre fanno giri intorno all’altare, recitando una nenia, per allontanare il maligno dalla loro vita. Ma tornando alla realtà dei giorni nostri, Oria è un borgo pugliese noto per la sua squisita cucina e la tipicità di prodotti locali.

Passeggiando nel centro storico è facile sentire il profumo di orecchiette con involtini e polpette di carne. Il tipico dolce oritano è il soffice pan di spagna, a base di farina, zucchero e uova che, ben amalgamate, ricoperto da una dolce glassa di zucchero.

Altri dolci della tradizione sono i marzapani, dolci secchi alle mandorle, e le “scarpette”, dette anche“Le cosce della Monaca”, dolce tipico monacale per il “colore bianco” , che risale alla fine dell’Ottocento ad opera delle suore Benedettine presenti in quel periodo ad Oria nel Monastero di San Benedetto, ai piedi del Castello Svevo.

 
 
 
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