
Nello straordinario territorio pugliese vi sono luoghi che legano mare e terra, e dove convivono in perfetto equilibrio spettacolari bellezze naturalistiche di flora e fauna. Sono le riserve naturali incontaminate, capaci di sorprendere per l’attenzione alla sostenibilità e la tutela della biodiversità, che meritano di essere visitate almeno una volta nella vita. Tra le Riserve naturali più belle, fiore all’occhiello delle aree protette italiane, va menzionata quella di Torre Guaceto situata sulla costa adriatica dell’alto Salento.

Gioiello naturalistico del sud Italia, la riserva di Torre Guaceto è luogo sicuro per le specie animali e meta agognata per il turismo internazionale. Qui natura e uomo convivono in armonia seguendo il leit motiv della sostenibilità. Punta di diamante del patrimonio naturale italiano, e più nel dettaglio della regione Puglia, sul fronte meridionale, Torre Guaceto è un Parco particolarmente speciale composto da una riserva marina ed una terrestre gestite da un unico ente. L’Area Marina Protetta, istituita nel 1991, e la Riserva Naturale dello Stato, nata nel 2000, costituiscono un sistema di aree soggette a tutela che si estende complessivamente per circa 3.300 ettari ed interessa un tratto di costa lungo 8 chilometri che va dal capoluogo di provincia, Brindisi, al territorio di pertinenza del comune di Carovigno. Il nome stesso del Parco racconta la sua antica storia e l’importanza che riveste da sempre tanto per la vita delle comunità animali, quanto per quelle umane sin dai tempi antichi.

L’italiano Torre Guaceto deriva, infatti, dall’arabo Al Gawsit, “il luogo dell’acqua dolce”, termine scelto da un antico topografo mediorientale per indicare nel luogo la presenza di sorgenti di acqua fonte di vita. Le sue caratteristiche geologiche e ambientali hanno fatto sì che la riserva sia da sempre il luogo ideale per tutti.
Attraversando Torre Guaceto a volo d’uccello, procedendo dall’entroterra verso il mare aperto, si osserva infatti la ricchezza del suo ecosistema perfetto, il succedersi di ambienti diversi che si prestano ad armonie differenti, dapprima i campi coltivati e gli oliveti, poi il mosaico costiero di macchia mediterranea, la zona umida, le dune e il litorale, ed infine il mare sul cui fondale si sviluppano praterie di posidonia oceanica e più in profondità il coralligeno. Ambienti diversi, ma interconnessi, protetti e allo stesso tempo aperti all’uomo. Il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, nato nel 2000, ha l’obiettivo di preservare i sistemi ecologici presenti, di ripristinare i luoghi degradati dall’impatto antropico e dai cambiamenti climatici, e di promuovere modelli di sviluppo territoriale sostenibili. Così commenta in una intervista il Presidente del Consorzio Rocky Malatesta:

Presidente Malatesta, da qualche tempo si parla di questa area protetta anche oltre il contesto europeo, per via dei numerosi modelli sostenibili territoriali ideati e già attuati. Quali sono le azioni e soluzioni progettuali per la fruibilità anche turistica del Parco?
Se sostenibile, il turismo fa bene all’ambiente e alle comunità. A Torre Guaceto si realizzano attività di fruizione 365 giorni all’anno.
Snorkeling, trekking, degustazione dei prodotti del paniere del Parco, educazione ambientale nelle scuole, meditazione, concerti di piano in acustica, approfondimento culturale, instawalk. A Torre Guaceto ce n’è per tutti i gusti, non c’è visitatore che rimanga insoddisfatto dell’esperienza in natura perché qui l’inclusività è legge.

Chi è affetto da handicap fisico o psichico ha la stessa possibilità di vivere la riserva che hanno tutti gli altri. Oltre alle visite personalizzate, infatti, in estate, Torre Guaceto offre ai suoi visitatori disabili la possibilità di accedere al bene mare garantendo l’utilizzo gratuito della pedana solarium che allestisce presso il proprio lido balneare, l’unico presente nel Parco, e di sedie job.
La politica di gestione e progettazione del turismo di Torre Guaceto è certificata. Europarc ha messo meno su bianco l’alta qualità della governance del Consorzio con l’assegnazione della Carta Europea per il Turismo Sostenibile, nell’ambito della quale attualmente l’ente ha formato e sostenuto gli operatori turistici locali virtuosi, tanto che a dicembre otterranno il marchio di partner CETS di Torre Guaceto.
I padroni di casa di Torre Guaceto sono assolutamente gli animali, che hanno il diritto di vivere la Riserva. Cosa fa il Consorzio per tutelarli?
Da noi tornano alla vita gli esemplari messi in pericolo dall’impatto antropico esercitato sul mare e sulla terra, ma proteggerli entro i confini dell’area protetta non basta a fare la differenza.

Per questo motivo, il Consorzio di Gestione ha realizzato due “ospedali” specializzati: il centro recupero fauna selvatica ed il centro recupero tartarughe marine dove ricevono le cure prima di tornare alla vita di animali liberi gli esemplari soccorsi in difficoltà sul territorio. Negli anni ’30, la zona umida di Torre Guaceto fu quasi del tutto bonificata, provocando la scomparsa di un habitat fondamentale per la sopravvivenza di numerose specie migratorie. Alla sua nascita, il Consorzio di Gestione ha dato il via ad una serie di interventi di ingegneria ambientale.
Oggi la zona umida della riserva è di importanza internazionale e il Consorzio continua sulla strada tracciata anche attraverso un regolamento di fruizione stringente, da noi, infatti, giusto per fare un cenno, non si accede con mezzi a motore, non si usano droni.
L’origine dell’area di Torre Guaceto si perde nella notte dei tempi, e sono stati fatti anche numerosi scavi archeologici. Si parla addirittura dell’età del bronzo?
Torre Guaceto è l’unica area protetta italiana ad essersi dotata di un suo laboratorio archeologico, nel quale, in collaborazione con il Dipartimento Beni culturali dell’Università del Salento, custodisce i reperti archeologici scoperti in riserva attraverso numerose campagne di scavo condotte negli anni. L’imponente sforzo di ricerca profuso sul campo, in collaborazione con l’Università salentina e la locale Soprintendenza per i beni culturali ha portato alla recente scoperta di una necropoli a cremazione risalente alla tarda età del Bronzo. Sono oltre 60 le tombe rinvenute sotto la sabbia di una delle calette interne dell’area protetta. In alcune sono stati rivenuti persino resti ossei e monili. La riserva ha una lunghissima storia ancora tutta da scoprire ed è nostro obbiettivo continuare ad investire in ricerca.
Torre Guaceto e i Parchi pugliesi sono uniti dalla rete “Tetide”. Cosa promuove?
Torre Guaceto ha creato Tetide, la rete che unisce in un unico spazio operativo e online i Parchi pugliesi per realizzare un’azione strutturata.

Sul fronte della conservazione, la rete permetterà la condivisione delle buone esperienze di gestione e realizzerà azioni di citizen science; sul fronte della fruizione sostenibile, invece, si creerà una brand identity incentrata sulla qualità ambientale e promuoverà in modo congiunto il turismo lento dei Parchi. Più si vive le aree protette in modo sostenibile, più se ne agevola la tutela, stimolando gli utenti ad adottare uno stile di vita green. Tetide è questo: offerta turistica sostenibile e integrata e preservazione dell’ecosistema.
Evelina Giordano Giornalista/Pubblicista
Blog “Ovunque Puglia”www.ovunquepuglia.com
Articolo pubblicato da "Ovunque Puglia", di Evelina Giordano, su il Quotidiano “L’Edicola del Sud” – di Puglia e Basilicata, in data lunedì 18 settembre 2023, nella sezione LA PUGLIA TUTTA PER TE.

