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La "Via Francigena" e l'importanza storico-culturale e di sviluppo economico dei territori

Evelina Giordano

Nell’Alto Medioevo, intorno al VII secolo, nacque l’esigenza di usufruire di collegamenti facilmente praticabili e sicuri in Europa e, in particolar modo, in quei tratti di territori che conducevano verso la città di Roma. La crescente necessità di spostamenti in sicurezza, e lontana da attacchi ostili, non riguardò soltanto politici e militari, ma venne dettata dall’incidenza di cristianizzazione dei popoli che dal nord Europa si spostava in pellegrinaggio verso “la città Eterna” e oltre. Già prima dell’anno Mille molti percorsi e sentieri erano battuti dal passaggio di viandanti che a piedi raggiungevano Roma, sede del “Papato” e centro della cristianità, proseguendo poi verso la Puglia e che, dai porti di Brindisi o di Otranto, si imbarcavano alla volta di Gerusalemme, la “Terra Santa”.

Intorno al VII secolo, con la caduta dell’Impero Romano, le esistenti vie consolari romane cadute in disuso, come l’Appia, la Traiana e la Cassia lasciarono gradualmente il posto a fasci di sentieri e nuovi tracciati che andavano ben oltre gli ambiti locali diventando il principale asse di collegamento tra nord e sud dell’Europa.

Vie Francegene: Bibliographie Historique

L'origine della “Via Francigena" è attribuita all’Arcivescovo di Canterbury, Sigerico, che nel 990 d.C. dovette recarsi a Roma per ricevere da Papa Giovanni XV il simbolico paramento liturgico del ministero da lui rappresentato, chiamato “Pallium”. Un diario di viaggio, il più antico e preciso che conta 79 tappe segnate giorno dopo giorno, e che sarebbe stato poi preso come riferimento dalla tradizione pellegrina, consolidandolo come fonte itineraria più autorevole. Una traccia importante utilizzata da crociati e pellegrini che lasciavano al loro passaggio l’incisione dei propri nomi o semplici croci a testimonianza del lungo viaggio di fede, di purificazione o penitenza. Nel XIII le stesse orme vennero poi seguite da studiosi, maestranze e soprattutto da mercanti per il commercio di seta e di spezie che portavano dall’Oriente verso il nord Europa, passando dall’Italia.

Tali traffici crebbero e con essi anche i tracciati alternativi alla via Francigena, perdendo essa la caratteristica di unicità, e frazionandosi in numerosi itinerari denominati “Vie Romee”. I poli di riferimento erano le città di Santiago, Roma e Gerusalemme e i tanti percorsi battuti, più o meno paralleli, erano variabili a seconda di fenomeni metereologici, sicurezza o andamento geografico, definendo così una immensa rete di sentieri intrecciati e sempre più praticati come canali di comunicazione fondamentali per gli incontri e le conoscenze che avrebbero condotto all’Unità culturale dell’Europa. La Via Francigena parte da Canterbury verso Roma fino a Santa Maria di Leuca, nel punto in cui si incontrano il Mar Adriatico ed il Mar Ionio. Un asse attrezzato che attraversa il continente europeo come una sorta di filo rosso immaginario che tocca 5 Stati, 16 regioni e più di 600 Comuni e che, ancora oggi, è molto frequentata da pellegrini che mantengono viva la potenza del dialogo interreligioso e interculturale tra le civiltà del Mediterraneo.

La via Francigena, dimenticata e caduta in disuso per moltissimo tempo, è stata riscoperta e consacrata nei primi anni ’80 allorquando, sulla falsa riga del Cammino religioso di Santiago di Compostela in Spagna, ci si rese conto dell’esistenza di antiche vie di pellegrinaggio esistenti, molte delle quali purtroppo sotterrate negli anni dall’asfalto delle strade e autostrade. L’interesse di studiosi storici e ricercatori ha permesso la realizzazione di un primo tracciato cartografico, eseguito da tecnici dell’Istituto Geografico Militare e pubblicato nel 1990. Una presa di coscienza ha poi fatto breccia sulle amministrazioni pubbliche che, comprendendo la profonda importanza della via Francigena dal punto di vista storico-culturale e di sviluppo economico dei territori e di molti centri, si sono attivate per il ripristino degli antichi tracciati originari, in sinergia con ministeri, diocesi, associazioni e volontari, categorie economiche e turistiche, operatori culturali, ecc. Nel 1994, tra una pluralità di itinerari di epoca medioevale, al fine di ottimizzare l’impiego di risorse, ne è stato individuato uno come percorso ufficiale della Via Francigena, dichiarato “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa”. Oggi, da qualche anno, si parla molto di vie francigene riferite al pellegrinaggio moderno e al turismo sostenibile, sempre più scelto dal viaggiatore contemporaneo amante della natura, dello sport e della mobilità lenta, a piedi, in bicicletta o a cavallo, comunque lontano da dinamiche del “turismo di massa”, con formule semplici che gli permettono di approfondire la conoscenza autentica del territorio, nel pieno rispetto dell’ambiente. Tali cammini ben segnalati sono vissuti e goduti nel pieno silenzio e pace spirituale da chi sceglie di intraprenderli, godendo delle bellezze di paesaggi spettacolari e di immutati e suggestivi borghi medioevali, soprattutto minori, che raccontano la storia e regalano forti emozioni.

Per intraprendere un cammino lungo Via Francigena, o brevi tratti di essa, in modo consapevole e nell’ottica di un turismo sano e responsabile alla riscoperta delle nostre radici, è consigliabile rivolgersi all’Associazione Europea delle Vie Francigene, fondata il 7 aprile 2001 e riconosciuta nel 2007 dal Consiglio d’Europa come referente istituzionale per la tutela e valorizzazione della Via Francigena. L’Associazione si occupa dell’organizzazione e, in collaborazione con le istituzioni locali, della messa in sicurezza dei cammini, oltre che dell’accoglienza del viandante nelle strutture convenzionate, case private o ostelli religiosi, e dei numerosi servizi di assistenza necessari durante il viaggio, cibo, trasporto dei bagagli e fornitura di mappe e descrizioni dettagliate. Detta Associazione ha come obiettivo principale quello della promozione della Via Francigena, attraverso attività che valorizzino la cultura, il turismo, l’identità e i valori dei pellegrinaggi che non possono che regalare esperienze indimenticabili, senza eguali: un Viaggio della vita!


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