
Chiamata comunemente “Festa della donna”, in realtà la celebrazione di questa giornata ha radici e significato ben lontani da quelli comunemente immaginati.
Molti, infatti, ignorano che l’origine è legato all’incendio divampato in un opificio di New York, all’interno dello stabilimento tessile Cotton occupato nel 1908, nel corso di uno sciopero, e durante il quale 129 operaie tessili morirono bruciate vive. Le operaie si precipitarono verso le uscite, ma le trovarono sbarrate perché i proprietari avevano chiuso a chiave i cancelli per impedire alle lavoratrici di unirsi ai frequenti scioperi e scendere in strada a manifestare. La maggior parte di loro morì carbonizzata o soffocata, alcune si gettarono dalle finestre. Una vera e propria tragedia che ha avuto protagoniste delle donne che rivendicavano dei diritti a loro negati, tra cui quello del voto.
Vere e proprie eroine che hanno fatto la storia e che hanno segnato l’inizio dei movimenti socialisti e femministi delle donne, cammini difficili e spesso contrastati ma che hanno sempre continuato con veemenza, senza perdere di vista l’obiettivo. Nel 1910 in ricordo dei luttuosi avvenimenti di New York, venne proposta l’istituzione di una Giornata Internazionale della Donna, per alcuni anni celebrata in giorni diversi nei vari Paesi del mondo, fino alla decisione unica, nel 1921, di celebrarla a livello internazionale l'8 marzo.
Fu così anche per l’Italia, tradizione interrotta però nel periodo fascista e ripresa successivamente nel 1945/46 dopo la fine della guerra, per il riconoscimento dei diritti economici, sociali e politici delle donne, scegliendo la mimosa come simbolo della giornata.

Da allora, le condizioni delle donne sembrano, in generale e nel mondo, sensibilmente migliorate, ma la strada da fare per arrivare alla completa parità è ancora lunga. Solo negli anni ’70 importanti e determinati movimenti femministi che lottavano per conquiste politiche, sociali ed economiche del genere femminile videro finalmente l’approvazione di leggi sulla parità, il diritto al divorzio e ancora all’aborto. Oggi la “festa della donna” ha un po' perso il suo valore iniziale, anche se non si è persa la volontà di spiegare, e sensibilizzare l'opinione pubblica, sui problemi di varia natura che riguardano il sesso, la violenza e spesso le disparità anche ideologiche rispetto agli uomini. Una curiosità: la mimosa venne scelta per celebrare la giornata in virtù della vicina primavera e perché, il ramoscello si prestava ad essere facilmente appuntato sugli abiti. “L’8 marzo non è una festività, ma un giorno di riflessione sulla discriminazione femminile nelle case e nei luoghi di lavoro ovunque nel mondo. E’una data per ricordare le lotte sociali e politiche che le donne hanno affrontato per affermare il proprio pensiero, ma anche per ricordare le ancora troppe disparità di genere che l’universo femminile è costretto a subire. Sì, perché se oggi tutte le donne possono votare, studiare lavorare, e fare carriera è proprio merito delle battaglie femministe portate avanti negli anni dalle nostre madri, nonne e bisnonne”. L'8 Marzo deve ricordare che le donne vanno amate e rispettate sempre, tutto l'anno.