Siamo alla ricerca di un luogo unico nel suo genere? Quasi fiabesco, dove arte, storia e tradizione si fondono e danno vita alla magia? Dove? Sulla #costaAdriatica, soprattutto fra #Vieste e #Peschici, dove vivono ancora inalterati la #pesca e i gesti tradizionali di un tempo ormai lontano.
Si rimane affascinati di fronte alle enormi palafitte che sembrano ragni di legno protesi nel mare. Queste architetture dalla forma strana, prendono il nome di #trabucchi e sono degli antichi e ingegnosi strumenti da pesca. Presenti anche in alcuni punti della costa del basso Tirreno, in Puglia se ne trovano diversi, e tutti tutelati come patrimonio monumentale dal #ParcoNazionaledelGargano, e come esempi della tradizionale pesca del luogo. Definito anche “gigante del mare”, il trabucco è un attrezzo che in realtà in alcune zone del Gargano non ha mai smesso di funzionare. Altri, inizialmente dismessi, da un po’ di anni sono ritornati in attività, grazie al lavoro di manutenzione e ristrutturazione dei mastri cosiddetti “trabuccolanti”.
Il trabucco consiste in un'imponente costruzione in legno, composta da una piattaforma protesa verso il mare e ancorata alle rocce tramite dei grandi tronchi di pino di Aleppo (pianta tipica della macchia mediterranea. Dalle piattaforme partono delle lunghe braccia, definite antenne, disposte a ventaglio e quasi a pelo d’acqua, che reggono a loro volta delle reti a maglie strette, chiamate “trabocchetti”. I trabucchi sono nati in tempi lontani, dall’esigenza di fronteggiare il mare infido e, quindi, come base stabile, in alternativa alle barche, per il ritiro delle reti da parte dei pescatori, colme di pesci. L’uomo addetto al presidio costante del trabucco, durante la pesca, veniva chiamato “Spia", e restava anche per ore appollaiato, a metà di una delle due antenne maggiori, per dare l’allarme nel momento in cui i pesci restavano intrappolati. Molti trabucchi sono andati distrutti nel tempo dalla forza del mare. Quelli sopravvissuti sono la testimonianza della capacità di uomini semplici, ma arguti, spinti dalla necessità di procurarsi di che vivere, cercando di difendersi e contrastare con questi mezzi l’energia, a volte, così distruttiva del mare. Oggi hanno perso la loro funzione principale di sostentamento di intere famiglie di pescatori, acquistando in cambio un valore culturale, nonché di attrazione turistica.
Alcuni sono stati trasformati in caratteristici ristoranti dove è ancora richiesto l’intervento dei pescatori e lo spettacolare uso di questo antico strumento da pesca, per permettere ai turisti di godere del gusto del pesce fresco, con tutt’intorno un panorama suggestivo. Chi lo desidera può chiedere di partecipare e/o assistere ad una battuta di pesca su un trabucco del #Gargano. È sicuramente un'esperienza unica vivere l’emozione accanto a quei vecchi e rugosi pescatori, dal cuore palpitante, di fronte al pesce che si dimena, prima di arrendersi alla loro sfortunata sorte.