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Evelina Giordano

Città di Canosa, mèta antica di chi ama l'archeologia


Non è facile raccontare in poche righe la millenaria e intrecciata storia di Canosa, un “borgo” dall’inconfondibile fascino archeologico, che merita assolutamente di essere visitata. Città dalle origini lontane è stata soprannominata la “piccola Roma” per via dei sette colli, dedicati ai martiri cristiani, da cui domina la valle dell’Ofanto e le pianure del Tavoliere. Occupa quell’area di Puglia murgiana identificabile con l’antica Daunia, le cui genesi preistoriche sono testimoniate nel sottosuolo da ipogei ed acropoli, e dalla scoperta di ricche tombe e arredi raffinati che la riconducono ad una prestigiosa società.

Canosa è, infatti, nota per essere il “sito archeologico più antico ed importante dell’intera Regione” i cui scavi, iniziati nel 1850, non si sono mai interrotti e proseguono ancora oggi portando alla luce sempre reperti che documentano la storia di un popolo all’avanguardia ed innovatore. L’immenso e prezioso patrimonio è disseminato tra il centro attuale della città e il territorio circostante.

Tappa irrinunciabile è quella al museo di “Palazzo Sinesi”, edificio risalente al XIX secolo, sede della Fondazione Archeologica Canosina dove sono custoditi “i vasi canosini” di epoca ellenica, stupendi manufatti dai colori vivaci in ceramiche e terracotta, oltre ad altri tesori greci e romani, in parte accolti anche in importanti musei nel mondo. Siamo nel pieno del periodo ellenistico durante il quale Canosa, fortemente influenzata dalla cultura magnogreca, si affermò come centro artigianale e di importanti rapporti commerciali, dando origine alla ”scuola di artigianato canosino”. Un prestigioso ruolo politico, come strategico avamposto dell’impero Romano, si concretizza intorno all’VIII sec. con l’alleanza tra l’antica “Canasium” e la Roma potente, che le consentì ampia autonomia sociale ed economica, arricchendosi di edifici, anfiteatri, templi e monumenti. Molte opere pubbliche sono site negli oltre dieci parchi archeologici del territorio canosino, che si consiglia di visitare. Nel Parco di San Giovanni, di epoca romana e tardo antica, su un’area perfettamente conservata al centro di Canosa, si trovano i resti di un Battistero e di due basiliche cristiane. Il Parco di “San Leucio” è situato nelle campagne tra Canosa ed Andria, lontano da centro e circondato da un paesaggio suggestivo. Da ammirare la più grande basilica paleocristiana della Puglia, di età bizantina, eretta sui resti di un tempio pagano di età ellenistica dedicato alla dea Minerva.

Ancora ben visibili sono i “mosaici dei pavoni”, dal forte valore simbolico nell’iconografia del cristianesimo. I resti del mosaico sono custoditi nel Museo “Antiquarium”, nel Parco Archeologico di “Canne della Battaglia”, quest’ultimo luogo noto alla storia per lo scontro fra Romani e Cartaginesi, e il passaggio di eleganti inferociti ingegnosamente condotti da Annibale. I parchi archeologici, e le aree di epoca romana e paleocristiana, sono attraversati dall’antica via Traiana, costruita per volere dell’omonimo Imperatore. Nelle vicinanze sono visibili l’Arco Traiano e, un po' più fuori dall’area urbana, il “ponte romano” che permetteva ai viandanti, e ancor più ai commercianti, di superare agevolmente il fiume “Ofanto”. Con due campagne di scavo, nel 1957 e 1958, sono stati riportati alla luce due impianti termali, luoghi di socializzazione e relax in epoca imperiale, acquisiti dal demanio comunale negli ultimi anni: le Terme Lomascium, e quelle di Ferrara a cui si attribuisce la provenienza del mosaico di una scena marina esposto nella piazza. Un momento di grande crescita sociale per la città di Canosa fu la nomina di capitale della “Regio Apulia et Calabria” che la portò ad assumere un ruolo fondamentale dal punto di vista territoriale e religioso, tanto da coronarsi "città dei vescovi. Stilare un elenco degli innumerevoli monumenti cristiani, non è cosa semplice.

Di certo il principale luogo di culto cattolico a Canosa resta la Cattedrale, in stile tipicamente romanico pugliese, dedicato al Santo Patrono “San Sabino”, il vescovo più illustre dell’antichità canosina, la cui tomba e reliquie non sono mai state ritrovate a causa di diversi eventi storici legati a traslazioni, continue incursioni saracene, e rimaneggiamento dell’edificio nel tempo. Alla destra della chiesa è posto il mausoleo di Boemondo d’Altavilla, condottiero della prima Crociata che contribuì a convogliare a Canosa preziosi bottini di guerre. Della fortezza di epoca normanna posta su un’acropoli greco-romana, con molta probabilità abitata anche da Federico II, rimane solo un rudere monumentale. A rappresentare uno spaccato culturale, e vivace della città, è lo storico “Teatro D’Ambra”, oggi di proprietà comunale, costruito nel 1926 dall’imprenditore canosino Raffeale Lembo ed altri latifondisti, e ritornato a vivere a seguito di lavori conclusi nel 2017. L’economia di Canosa è basata prevalentemente sull’agricoltura e l’artigianato, senza mai trascurare l’ovvio e interessantissimo “turismo archeologico”, con l’organizzazione di visite guidate a cui affidarsi, per la corretta conoscenza della città e dei numerosi tesori archeologici, partendo dalla conoscenza del “Lapidarium”, strutture in marmo bianco tra cui colonne e capitelli, poste a decorazione nei viali della villa comunale.


Evelina Giordano Giornalista/Pubblicista n.13138/ 2009 cell. 328 6155042 Blog “Ovunque Puglia"





Pubblicato da "Ovunque Puglia" di Evelina Giordano, su il Quotidiano “L’Edicola del Sud” – di Puglia e Basilicata. in data 3 ottobre 2022, nella sezione LA PUGLIA TUTTA PER TE.


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