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Evelina Giordano

Bari Vecchia, tra Archi e Edicole sacre.


Bari è una città che non smette mai di stupire. Il suo cuore pulsante è rappresentato dal borgo antico o “Bari Vecchia”, che custodisce angoli straordinari carichi di leggende e curiosità, un luogo attraverso cui sembra di compiere un viaggio nel tempo, denso di fascino, odori e colori che fanno bene allo spirito.

Passeggiando al suo interno ci si avventura nel fitto dedalo di viuzze strette, cariche di palazzi antichi, corti e piazzette inanellate attraverso piccoli passaggi che rappresentano gli oltre cinquanta archi storici, di sicura epoca medioevale.


Tra i più noti il famoso Arco Basso di fronte all’entrata del Castello Svevo, con ingresso posto dalla strada omonima, nota per la presenza delle tante signore che si deliziano a fare orecchiette e ad intrattenere i visitatori di passaggio. Non è molto distante dall’Arco Alto impreziosito dall’edicola sacra dedicata a San Nicola e all’Addolorata.

Attraverso l’Arco del Pellegrino si accede alla Cittadella Nicolaiana, e quindi alla Basilica intitolata al Santo Patrono e alla Chiesa di S. Gregorio, nella cui Piazza è stata installata la statua di bronzo di S. Nicola donata dal presidente russo, Vladimir Putin, a nome di tutto il popolo russo. Adiacente alla statua si trova l’Arco Angioino attraverso cui ci si immette nel cuore del borgo.

Facendo un salto in Piazza dell’Odegitria, dove sorge la stupenda Cattedrale dedicata a San Sabino, Vescovo di Canosa, ci si imbatte nell’Arco della Neve, dove un tempo si conservava il ghiaccio per rivenderlo ai commercianti, mentre poco distante, in Corte Cavallerizza, si trova un altro passaggio mitico, l’Arco delle Streghe chiamato così poichè secondo una leggenda, le fattucchiere si riunivano sotto la volta dell’arco per celebrare arti oscure o per lanciare malocchi. Le streghe erano anche chiamate gatte masciàre, identificandole ai gatti neri, i felini a quei tempi ritenuti più vicini al demonio.

Nella vicina Via Tancredi incrociamo l’Arco Tre Cantaie, il cui nome deriva dalla barca bizantina “trikantìras”, adibita al trasporto di vasi (cantari) di vino, olio e altri prodotti. Continuando per via Tancredi, ad incrocio con via del Carmine spicca il pittoresco Arco Carducci, con la volta di color celeste punteggiata da stelle dorate. Nei pressi della Chiesa di San Giuseppe, verso Largo Chiurlia, si apre l’Arco sesto acuto Notar Morea, dal nome del notaio che visse in questa zona a cavallo tra il XVII e XVIII secolo. A lui di fronte si eleva l’Arco intitolato a Giandomenico Petroni, sindaco di Bari e deputato che abitò nella casa soprastante fino alla sua morte avvenuta nel 1908.

Poi c’è l’Arco Sant’Onofrio, che prende il nome dall’attigua antica Cappella dedicata a “San Nicola del Porto”, e solo successivamente a Sant’Onofrio. Si racconta che in detta Cappella, infatti, furono deposte le ossa di San Nicola, appena giunte a Bari nel maggio 1087, prima di essere trasferite nella Basilica. Non ci può non soffermare sotto l’Arco delle Meraviglie dove la leggenda racconta di due giovani il cui amore era ostacolato dalle famiglie, ma con un epilogo meno drammatico degli amanti di Verona. In realtà l’arco prende il nome dalla famiglia Meraviglia e venne costruito all’inizio del 1500 in una sola notte per collegare due abitazioni medievali. Si trova in via Meraviglia e rappresenta uno degli angoli più suggestivi di Bari Vecchia.

Lungo la via dei Due Marinai e proseguendo su strada Quercia si passa sotto l’Arco San Rocco “. Più che attraverso ad un arco sembra di varcare una grotta, piuttosto bassa, con al di là una piccola edicola consacrata alla Madonna. Verso il vico de’ Gironda, che prende il nome dal palazzo a lui di fronte, si apre un passaggio basso e stretto che lo unisce a via Vallisa. Si tratta dell’Arco del Crocifisso dedicato alla presenza di un Gesù in croce, opera di gran pregio dei fratelli ceramisti Spizzico.

All’ombra degli innumerevoli archi si incontrano, incastonati nelle facciate dei palazzi o delle case, le “edicole votive”, dette anche madonnelle o nicchie. Non ci si può non soffermare per ammirare queste opere decorate da immagini sacre, risalenti tra l’800 e il ‘900 ad opera di grandi artisti locali. Sono circa 240, oltre a quelle custodite nelle chiese della città vecchia. Piccoli e preziosi altarini in pietra, disseminati un po' ovunque, che da secoli proteggono gli usci della città vecchia a testimonianza della devozione dei cittadini baresi nei confronti dei santi più amati e venerati, da San Nicola, patrono della città, ai Santi Sabino, Rocco, Antonio da Padova, Cosma e Damiano, Vito, Domenico e non per ultima la Madonna. Un vero e unico patrimonio che rappresenta una grande risorsa, molto apprezzata dai turisti o viandanti per caso.

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