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Bari e la "Cattedrale di San Sabino".

Evelina Giordano

La religione è un tema da sempre molto importante nelle società. Gli spazi per il culto hanno influenzato la vita di interi Paesi nel mondo, e condizionato anche l’architettura nei secoli. Luoghi ed elementi di culto capaci di coinvolgere le persone e di creare una continuità di espressioni simboliche, che vivono e sopravvivono al di sopra del tempo.


Al mondo tutti conoscono la Basilica di San Nicola della città di #Bari, dove da più di mille anni riposano le sacre reliquie del Santo Taumaturgo più amato, tra i più popolari della cristianità. Ma pochi sanno che la Basilica non è la sola chiesa importante per la città di Bari.

Esiste un’altra Chiesa, altrettanto maestosa e di interesse architettonico notevole, ed è la #CattedralediSanSabino, nota anche come Duomo. Distante di pochi passi dal Castello Svevo, alle porte di Bari vecchia, la Cattedrale appare in pieno stile romanico pugliese, di unico splendore originale sia all’interno che all’esterno, frutto di un lavoro alquanto recente, risalente agli anni Cinquanta, quando furono eliminati i riferimenti barocchi.

Appena entrando nella Piazza dell’Odegitria, appare imponente e luminosa, capace di far scaturire grande suggestione ed emozione, a chi la osserva.


E’ sede episcopale e vescovile dell'arcidiocesi cattolica di Bari-Bitonto, e in qualche modo si ripete nelle linee architettoniche della Basilica. Nei suoi ambienti sotterranei nasconde ipogei archeologici in cui sono conservati reperti antichissimi. Un viaggio nel tempo alla scoperta dei resti di un edificio civile di età romana, di una basilica paleocristiana a tre navate risalente al VI sec., oltre ad una chiesetta bizantina.

Si può ammirare anche un lembo di strada basolata, forse la via Traiana percorsa da eserciti e fedeli diretti alla Terra Santa.

Varcando l’entrata dell’edificio, ci si trova davanti a tre solenni navate, divise da sedici colonne che sorreggono archi e finti matronei. Nella cripta settecentesca si può ammirare la splendida icona della “Madonna Odegitria” che si racconta sia giunta nel porto di Bari, in seguito a una violenta tempesta. Sotto l’altare maggiore sono custodite le reliquie di San Sabino, vescovo di Canosa di Puglia, molto amato e venerato anche dai baresi. Come precedentemente detto, la Cattedrale è un apprezzato esempio di architettura romanico pugliese, sorta fra il XII e il XIII sec., ed inaugurata nel 1292 ad opera dell’arcivescovo Rainaldo, sui resti del Duomo bizantino di cui si può ancora vedere una parte del pavimento a destra del transetto fin sotto la navata centrale.












Sulla luminosissima facciata realizzata in pietra calcarea e ornata da archetti, sovrasta un piccolo rosone attraverso cui ogni 21 giugno si replica un solenne fenomeno chiamato il “miracolo della luce”. Tutti i baresi sanno e attendono, infatti, il giorno del solstizio d’estate, quando nella cattedrale, intorno alle ore 17, i raggi solari che penetrano dai diciotto spicchi del rosone della facciata, vanno a combaciare perfettamente con i petali della rosa, ovvero il mosaico di marmo che orna il pavimento della navata centrale.

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