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Evelina Giordano

"Pietragalla", un piccolo comune della Basilicata in stile trilogia de “Il Signore degli Anelli”, nel cuore dell’Appenino Lucano

Tra i Borghi più belli d'Italia si annovera Pietragalla, in provincia di Potenza, nel cuore dell’Appenino Lucano. Un piccolo comune della Basilicata dalle antiche tradizioni contadine che l'hanno reso molto particolare. Il borgo medioevale è poggiato su un ripiano terrazzato, a 839 mt. s.l.m.

Il primo impatto è quello di uno strano villaggio con le casette di pietra disposte su più livelli, quasi tutte con la porta d’entrata di legno e un’unica piccola finestra posta sopra l’architrave, stile “Hobbit”. Uno scenario unico, una realtà quasi senza tempo, che vive ancora oggi di tradizioni e di abitudini ereditate dal passato. Visitare Pietragalla vuol dire fare un tuffo in un mondo fantastico, in stile trilogia de “Il Signore degli Anelli”, che ci riporta alla straordinaria civiltà contadina di una epoca ormai lontana. Il suo nome deriva da due parole, “Pietra” poiché il paese sarebbe stato fondato sulla roccia e “Galla” ovvero pietra chiara, riferita al colore del tufo locale utilizzato per la costruzione delle case. Pietragalla sorge come insediamento di tipo feudale dominata dal “Castello” simbolo del potere politico, e dalla “Chiesa” simbolo del potere religioso. Avrebbe subito fortemente l’influsso della presenza francese, riscontrata anche nell’uso dell’attuale dialetto, oltre che negli usi e costumi.

Il punto più alto del centro storico è dominato dall’imponente campanile della Chiesa Madre, dedicata a San Nicola di Bari, costruita nel 1200 in stile barocco e consacrata nel 1654. Su ruderi dell’antico castello, a partire dai primi anni del 1500, ebbe inizio la costruzione del Palazzo Ducale, di imponenti dimensioni architettoniche con all’interno affreschi, arazzi e vari tesori d’arte. E’ di proprietà privata, ma fruibile per l’organizzazione di eventi, visite ed ospitalità. L’edificio vanta una storia particolare legata al brigantaggio e alle due giornate di battaglia dei cittadini pietragallesi contro i briganti.”La  storia narra di una colonna di circa 400 briganti, capitanati da Carmine Crocco che, invadendo i vicoli di Pietragalla, costrinsero parte della popolazione a rifugiarsi nel palazzo. Gli abitanti, però, resistettero tenacemente costringendo i briganti a ritirarsi.” Sulla facciata principale del palazzo si può ancora notare la lapide posta a testimoniare l’evento.  

Ed è proprio intorno al Palazzo Ducale che si sviluppa l’antico borgo, fortificato da mura che ne marcano nettamente i limiti dall’attuale centro storico.

Camminando tra le stradine strette si incrociano le caratteristiche casette in pietra chiara, stretti vicoli, cortili e tanti angoli nascosti da cui godere di panorami suggestivi.

Pietragalla è conosciuta come “città del vino”, per la ricca tradizione vinicola, zoccolo duro dell’economia.

E’ il paese dei fantastici “Palmenti”, in dialetto locale definite “rutte”, dentro le quali quasi fino agli anni ‘60 si faceva fermentare l’uva, fino a divenire mosto. Molti dei Palmenti del Parco di Pietragalla sono ancora in buone condizioni e accessibili durante tour e visite guidate.

Sono raggruppati tra di loro e disposti a diverse altezze, offrendo così una vista paesaggistica davvero suggestiva. Al di sopra dell’ingresso di ogni cantina-grotta è visibile ancora una feritoia che consentiva la fuoriuscita dell’anidride carbonica che si generava all’atto della pigiatura. Il vino spillato, dopo la fermentazione, veniva depositato in botti di legno di fattura artigianale e conservato nelle caratteristiche cantine ubicate nel centro storico. I “Palmenti” sono il simbolo identificativo del Paese, una finestra sul passato rurale della regione. Sono stati in gran parte ristrutturati e recuperati, per non dimenticare le tradizioni e soprattutto per tramandarle alle future generazioni. 

Da visitare assolutamente è la Casa Museo della Civiltà Contadina, testimone e custode di attrezzi agricoli impiegati dai contadini per la produzione del vino. Il suggestivo museo, realizzato dalla proloco locale, presenta anche l’arredo di una antica casa contadina e l’abbigliamento d’epoca. Il circondario di Pietragalla è ricco di boschi e scorci fantastici che regalano un panorama certamente tra i più suggestivi della Basilicata, consigliato come meta tranquilla immersa nella natura prorompente.

Di particolare impatto è il Bosco Grande di Pietragalla, dalla folta e varia vegetazione. Per chi non va alla ricerca di sapori sofisticati ma decisi e autentici, a Pietragalla può deliziare il palato con quello che da queste parti è definito “migliatieddo”. Si tratta di un involtino composto dalle frattaglie di agnello cucinato e condito secondo ricette tradizionali che conferiscono a questo piatto un gusto inimitabile. Sfizioso e ottimo è poi il calzone di cipolla, un must nella gastronomia pietragallese. Molto diffusa è la preparazione di pasta condita con la mollica del pane, in dialetto nota come “maccaron c’ la mddea”.

Il Patrono di Pietragalla è San Teodosio Martire che viene celebrato dal 9 all’11 maggio con festeggiamenti religiosi e civili.

 

Evelina Giordano

Giornalista/

Blog “Ovunque Puglia”

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