
Nardò, in provincia di Lecce, è un antico borgo salentino che risulta essere stato abitato sin dai tempi del Paleolitico. Il suo centro storico è un gioiello dall’atmosfera senza tempo, ricco d’arte e di preziosi scrigni da tutelare. Visitarlo significa immergersi nella storia antica e restare affascinati da altrettante bellezze naturali.

La parte più antica del borgo, ricostruita dopo il terremoto del 1743, è circondata da lunghi tratti di mura difensive, di epoca cinquecentesca, che delineano un perimetro dalla forma di quadrilatero irregolare. Le strutture medioevali e i monumenti barocchi raccontano le dominazioni e gli influssi culturali intrecciatisi nel corso dei secoli, che hanno lasciato visibili tracce. Passeggiare senza meta tra le strade strette e tortuose di questa vivace cittadina, si è rapiti dal fascino dei palazzi, dai balconi fioriti, dalle chiese, dalle piazze delle frazioni marine e dai meravigliosi tramonti, in qualsiasi stagione dell’anno. E’ doveroso iniziare dalle straordinarie architetture religiose.
Nardò: strade strette e tortuose, palazzi e case dai balconi fioriti

L'edificio più noto e rappresentativo della città è sicuramente la “Basilica di Santa Maria Assunta” o Cattedrale, in via Duomo. Monumento nazionale sin dal 1897 e Basilica Pontificia minore dal 1980. Fu fatta costruire dal conte normanno Goffredo nel 1080 probabilmente sul luogo dove, un tempo, c’era l’antica chiesa di Sancta Maria de Nerito, costruita da monaci basiliani ed abitata dai monaci benedettini. Al suo interno si possono ammirare numerosi affreschi di pregio, oltre un Crocifisso ligneo del XIII sec. detto "Cristo Nero" per via della colorazione scura del legno di cedro.

Si narra che nel 1255 i saraceni giunsero a Nardò per espugnarla, scegliendo come atto simbolico di bruciare in piazza il crocifisso. Durante l’operazione di trasporto all’esterno della chiesa, il crocifisso urtò lo stipite della porta e un dito venne completamente reciso dall’impatto, con la fuoriuscita di un fiotto di sangue. L’evento atterrì i Saraceni che rinunciarono immediatamente all’impresa.
Altrettanto nota la Chiesa di San Domenico, a pochi passi da piazza Salandra, cuore della città.

E’ una delle testimonianze più belle e significative del barocco a Nardò, tra putti, creature ed elementi floreali sulla facciata. Il terremoto del 1743 la danneggiò gravemente, come molti altri immobili della città. L'interno della chiesa fu completamente ricostruito ad opera di fra' Alberto Manieri, architetto domenicano e priore dello stesso convento, con all’interno decorazioni dei dipinti e degli altari. L’adiacente ex convento dei frati è attualmente sede del Liceo Artistico.

La chiesa di S. Antonio di Padova venne eretta nel 1499 sui resti di una preesistente sinagoga all’interno dello storico quartiere ebraico di Nardò, meglio conosciuto come la Giudecca. La facciata è molto semplice, mentre gli interni sono fastosamente decorati in stile barocco, frutto di diversi rimaneggiamenti. Inoltre, conserva la cinquecentesca statua lignea di S. Antonio da Padova, opera cinquecentesca di Stefano Putignano e una seicentesca Crocefissione. Le prime notizie sul Castello Acquaviva di Nardò risalgono alla seconda metà del XV secolo mentre la città passava dalla dominazione angioina a quella aragonese.

Probabilmente l'edificio fu realizzato in ampliamento di una costruzione preesistente, di forma quadrangolare cinto da mura, circondato da un profondo fossato, e completato agli spigoli da quattro torrioni sporgenti. Della fortezza purtroppo oggi rimane ben poco, causa i numerosi rimaneggiamenti che lo portarono a trasformarsi in una residenza civile, tra il XIX ed il XX secolo. Inaugurato nel 1909 con la rappresentazione del “Mefistofele” di Arrigo Boito sorge, nel cuore di un centro storico di Nardò, il Teatro comunale, un perfetto esemplare di architettura neoclassica, per una capienza totale di 194, ritenuto un prezioso gioiello dell’edilizia pubblica salentina.

Fu voluto tenacemente dai cittadini che, dopo l’Unità d’Italia, sentivano l’esigenza di avere un teatro comunale cittadino così come stava succedendo in altre città italiane. Tra le altre strutture si distingue il Palazzo dell’Università realizzato nel 1598 e restaurato dopo il terremoto del 1743.

E’ chiamato anche il Palazzo Comunale in quanto fu sede degli uffici fino al 1934. La facciata è caratterizzata da un portico tenuto da sette colonne, mentre in alto si distinguono quattro finestre ed un balcone. Sul lato destro, si trova la Torre dell’Orologio, ritenuto simbolo della cittadina. Il raro meccanismo fu realizzato dalla Ditta Caccialupi di Napoli nel 1882, la cui data è incisa sia sulla macchina che sull'orologio.

Il cinquecentesco Palazzo De Pandi-Zuccaro è tra i più antichi e importanti della città appartenuto alla nobile famiglia napoletana De Pandi, insignita dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. Gli ambienti interni, lussuosamente decorati con carte da parati ed affreschi ottocenteschi, conserva un raffinato mobilio testimonianza dello sfarzoso passato. Infatti, nel 1942 il figlio di Luigi Zuccaro, Francesco, fu ben felice e orgoglioso di poter ospitare a pranzo il figlio del Re d’Italia, Umberto II di Savoia, il quale si era fermato a Nardò.

Il Museo della Preistoria a Nardo è ubicato nelle sale del primo piano dell’ex convento di Sant’Antonio. Ospita una esposizione di fossili e manufatti, supportata da documenti e pannelli illustrativi della storia dell’uomo di Neanderthal e della sua evoluzione verso il Sapiens. Il museo non è solo un luogo di studio e di ricerca, ma anche un invito alla scoperta del territorio ricco di siti archeologici di grande valore, come quelli che si trovano lungo il tratto di costa che comprende l’area di Porto Selvaggio. Proprio il parco di Porto Selvaggio è la vera “cartolina” del territorio neretino, che continua a richiamare visitatori in ogni periodo dell’anno. Comprende circa trecento ettari di zona pinetata e sette chilometri di costa rocciosa e frastagliata, diversi siti di interesse come la bellissima Palude del Capitano, uno specchio d’acqua alimentato da acque dolci sorgive e da acque salmastre nelle quali si trovano numerose specie di animali acquatici e vegetali. Sullo stesso territorio si trova la Grotta del Cavallo nota per il ritrovamento di depositi archeologici risalenti al paleolitico superiore.
Prende il nome da un masso posto sull’estremità della grotta che sembra assomigliare per l’appunto alla testa di un cavallo. Il tratto di costa appartenente al Comune di Nardò è pieno di torri costiere realizzate con fine difensivo.

Tra le più note Torre Uluzzo, Torre dell’Alto, Torre Inserraglio e Torre Isidoro. Tra Santa Maria al Bagno, deliziosa frazione marina di Nardò sullo Ionio, Santa Caterina e Sant’Isidoro è stato istituito l’Acquario del Salento, un vero e proprio “museo vivente” che ospita pesci, molluschi e altre forme di vita marina. Un luogo che ha lo scopo di raccontare il mare e la sua vera natura attraverso un percorso di 17 vasche di acqua marina, organizzate in quattro ambienti tematici con allestimenti alquanto suggestivi.

Sempre nella frazione di Santa Maria al Bagno è sito il Museo della Memoria e dell’Accoglienza. Progettato dall’architetto Luca Zevi, si sviluppa in tre sale che raccontano le vicende dei sopravvissuti alla Shoah, accolti in Puglia tra la fine del 1944 e l’inizio del 1947.
Mentre il centro della città di Nardò è impreziosito da splendide architetture barocche, a disegnare le campagne circostanti sono le storiche masserie costruite in pietra leccese, diffusesi tra il 1400 ed il 1600.
Oggi molte di tali strutture sono state totalmente riqualificate e trasformate in ristoranti, agriturismi o b&b dove si respira un'atmosfera davvero unica e dove è possibile passare giornate all’insegna della semplicità e genuinità.

Il Borgo di Nardò, festeggia il suo Santo Patrono, San Gregorio Armeno, il 20 febbraio, tra celebrazioni religiose, luminarie e mercatini. La devozione nei confronti del Santo patrono a Nardò ha radici profonde. La storia, mista a leggenda, racconta infatti che il Santo durante un violento terremoto del 1743, dall’alto del Palazzo del Sedile, con una mano aperta verso ponente da dove provenivano le scosse, fermò la catastrofe, divenendo da quello stesso momento il protettore della città. Nella bellissima e centrale Piazza Salandra, all’interno del cinquecentesco Sedile, è sito il Centro di Accoglienza Turistica di Nardò, allestito con le più moderne tecnologie al servizio dei turisti.
Evelina Giordano
Giornalista/Pubblicista
Blog “Ovunque Puglia”
Pubblicato da "Ovunque Puglia" di Evelina Giordano, su il Quotidiano on line“Pugliain.net" in data mercoledì 19 febbraio 2025