Il Gargano è un territorio della Puglia che offre luoghi stupendi e scenari unici, tra mare e montagna e dall’alba al tramonto. Avete mai avuto l’occasione di apprezzare le particolari bellezze di Monte Santangelo?
Definita “Città sacra del Gargano” per la sua pregnante spiritualità, è una cittadina in provincia di Foggia, sede dell'Ente Parco Nazionale del Gargano. Annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, la sua posizione panoramica tra il Tavoliere delle Puglie e il Golfo di Manfredonia è definito “balcone scenografico sul Gargano”.
Il borgo si sviluppa nell’antico quartiere Junno dove si respira ancora forte odore di storia tra case bianche, tutte ad un piano, e allineate a schiera su stradine tortuose, un pò in salita e un po' in discesa. Una delle caratteristiche che maggiormente colpisce è la quasi totale assenza di automobili che fa la quiete di un paese medioevale, chiuso tra le sue antiche mura e custode di numerose chiese e monumenti.
Nella parte più alta della città si incontra il Castello Normanno Svevo Aragonese, dalla mole gigantesca con poderosi torrioni cilindrici. Si racconta abbia abitato lì l'amante dell'Imperatore di Svevia, l’amata Bianca Lancia, sposata poi nel 1246, la quale avrebbe dato alla luce Manfredi. Nel cuore del centro storico, accanto al trecentesco Convento di S. Francesco è allestito il Museo del Gargano, che ospita arti e tradizioni popolari dedicato all’illustre “maestro educatore” Giovanni Tancredi (1872-1948).
Uno sguardo particolare va rivolto all’Abbazia di Pulsano, a circa 8 km da Monte S. Angelo, posta su rocce a strapiombo. E’ uno tra i più importanti monasteri del Sud Italia dimorato da frati eremiti, e viene raggiunto ancora oggi da molti fedeli provenienti da Monte Sant’Angelo sul dorso di muli. Di prevalente interesse storico è la Chiesa di Santa Maria Maggiore, in Via Tomba dei Rotari, con caratteristiche romaniche. Tra i vari dipinti si può ammirare quello di San Francesco, che testimonierebbe la visita del Santo in preghiera nel 1216, che avrebbe impresso su di un sasso all'entrata il simbolo della croce tau.
La realtà di Monte Santangelo è incentrata nel “Santuario di San Michele Arcangelo” sito in una grotta scavata nella roccia, in cui sarebbero avvenute le apparizioni dell’Arcangelo. Furono i Longobardi a dare impulso e diffusione al culto micaelico, elevando questo santuario a loro “Sacrario Nazionale” ed esportando il culto di San Michele in tutta Italia ed Europa. Nel corso dei secoli tale luogo mistico divenne il faro della Cristianità e, da circa 1500 anni, vive un costante flusso di pellegrini mai cessato. Imperatori, papi, re o semplici fedeli raggiungevano la suggestiva cripta per inginocchiarsi davanti all’altare dell’Arcangelo Michele, affluenza intensificata in particolar modo per la presenza di Federico II di Svevia, e la vicinanza al suo Castello cui facevano tappa credenti e crociati diretti in Terra Santa.
Una leggenda racconta che la prima apparizione dell’Arcangelo avvenne nella grotta, l’8 maggio 490 d.C,. innanzi al possidente Elvio Emanuele della vicina Siponto, che fu colpito dalla stessa freccia lanciata per cacciare un toro, che inspiegabilmente aveva invertito direzione.
Per terra ferito venne avvolto da una luce accecante in cui intravide un Angelo guerriero munito di una scintillante spada. L’episodio venne riferito al Vescovo di Siponto, Lorenzo Maiorano al quale, non avendo creduto all’accaduto, l’Arcangelo gli apparve in sogno proferendo le seguenti parole: “Io sono l'Arcangelo Michele, e sono sempre alla presenza di Dio. La grotta è a me sacra ed Io l'ho scelta. Non ci sarà più spargimento di sangue di animali. Dove si apre la roccia il peccato dell'uomo potrebbe essere perdonato. Ciò che è stato richiesto in preghiera sarà concesso. Perciò risalite la montagna e consacrate la grotta al culto cristiano”. San Michele Arcangelo apparve altre molte volte nel corso dei secoli, anche in altre zone del territorio, per andare in soccorso alla sua popolazione, e per sancire la vittoria del cristianesimo sui culti pagani, e altre resistenze “eretiche” dell’epoca. Il paesaggio era ben diverso da come ci appare oggi. Dobbiamo immaginare un ambiente boschivo su un monte in cui si apriva un’immensa caverna, irregolare e profonda, e dove intorno al santuario rupestre si formò il nucleo primitivo del paese di Monte Sant’Angelo. Il Santuario, annoverato nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità Unesco dal 2011, lo si raggiunge seguendo una lunga strada tortuosa, che culmina con il belvedere sul Golfo di Manfredonia. All’interno si accede scendendo per una lunga ed ampia scalinata e porte d’ingresso di bronzo che furono fuse a Costantinopoli nel 1076. Monte S. Angelo è meta indiscussa delle Vie Francigene del Sud e dei cammini spirituali, ma non è soltanto apprezzata dal turismo religioso.
Infatti, il borgo è circondato dal “Bosco Quarto” e dalla bellissima “Foresta Umbra”, dove natura incontaminata, flora e fauna fanno di questo territorio un luogo dove trascorrere bellissime vacanze o brevi fine settimane, spaziando tra biodiversità, divertimenti e piatti tipici locali, da gustare anche durante le sagre tradizionali. L’economia di Monte Sant’Angelo si basa prevalentemente sulla pastorizia e l’agricoltura, seguita dall’artigianato per la lavorazione del legno, del cuoio, della pietra, dell’oro, del ferro ed infine delle arti femminili quali il cucito, il tombolo ed i preziosi ricami.
Evelina Giordano
Giornalista/Pubblicista n.13138/2009
Cell. 328 6155042
Blog “Ovunque Puglia”
Pubblicato da "Ovunque Puglia" di Evelina Giordano, su il Quotidiano on line“Pugliain.net" in data 21 gennaio 2023