In Puglia esistono minuscoli Borghi da esplorare, avvolti ancora da un’atmosfera medioevale e dove è facile godere di silenzio e di pace. Tutt’intorno solo natura e spettacolo incontaminato, ove ci si immerge leggeri ed ammirati, in una sorta di sentimento felice generato da una favola che diventa realtà.
In provincia di Foggia, si trova il comune di “Celle di San Vito”, conosciuto come il Paese più piccolo della Puglia, di soli circa 170 abitanti che da secoli, assieme ai cittadini della limitrofa Faeto, usano parlare la lingua francoprovenzale. Una minoranza linguistica, attribuita dagli storici alla presenza di soldati francesi al seguito di Carlo I d’Angiò, durante la guerra franco-sveva, e riconosciuta ufficialmente dal 1999. Il piccolissimo borgo si trova a pochi chilometri dal confine tra la Puglia con la Campania e, più in particolare dall’Irpinia.
Dal suo straordinario belvedere si possono ammirare i Monti della Daunia, tra cui è incastonato ad una altitudine di 735 mt., nei pressi della valle del fiume Celone. Totalmente immerso nella natura, tra lussureggianti distese di verde e boschi ricchi di faggi e querce, gode del particolare clima freddo d’inverno e fresco d’estate.
Il centro storico è molto caratteristico, tra vicoli e antiche case in pietra, immerso in un’atmosfera medievale, che fanno di questo paesino meraviglioso un luogo nel quale ritrovare la pace e il silenzio. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Sicuramente abitato sin dal neolitico, come testimoniano i siti archeologici che si trovano nei d’intorni, l’insediamento continuò a vivere ininterrottamente fino all’età ellenistica, e a quella romana. Ma le prime tracce di Celle di San Vito risalgono al medioevo quando, secondo la storia, un gruppo di monaci costruì un eremo sul monte San Vito, nei pressi del torrente “Freddo”, un piccolo Convento dedicato a San Nicola. Il Paese divenne in quel tempo un luogo di ristoro e di accoglienza per i pellegrini che, provenienti da Roma, attraversando la famosa via Francigena che collegava la Francia con i Santuari italiani, si dirigevano verso il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, sul Gargano.
Il Convento sopravvisse fino al 1105 quando, a causa della malaria venne abbandonato dai monaci benedettini che si spostarono in montagna. Chiuso e abbandonato per parecchi anni, il convento cadde in rovina fino a che, nel 1228, a seguito dell’intervento di recupero delle celle, commissionato da papa Gregorio IX, ebbe origine all’attuale caratteristico borgo di Celle San Vito. I punti di interesse storici e architettonici sono rappresentati dalla Porta dei Provenzali, suggestiva porta cittadina, dall’Arco, e dalla antica Fontana e lavatoi pubblici un tempo luogo di incontro per le donne del posto.
Da visitare assolutamente è il meraviglioso Battistero, che risale al 140, oltre al Museo della Civiltà Contadina Francoprovenzale, di recente inaugurazione.
Il Borgo, dalla antica vocazione agricola, è fortemente legato alle tradizioni contadine e mantiene in vita tutt’oggi gli antichi sapori della campagna.