
Bari e la terra dell’accoglienza dove si intrecciano culture diverse e dove la tradizione cattolica convive con altri culti, in primo luogo con quello ortodosso. Per conoscerla al meglio è necessario fare prima una tappa nella città vecchia, e confrontarsi con quello spaccato di baresità, semplice ed autentica, e dove visitare le innumerevoli Chiese, una su tutte la Basilica che, da oltre mille anni, custodisce le ossa del Santo Taumaturgo Nicola. E’, infatti, uno degli esempi più significativi di architettura del romanico pugliese, edificata fra il 1087 e il 1100, durante la dominazione normanna per custodire le reliquie del Santo trafugate da sessantadue marinai baresi al Santuario di Myra, in Licia. Le “sante ossa” vennero ospitate provvisoriamente presso il monastero di San Benedetto per volere dell’abate Elia, arcivescovo cattolico di Bari e Canosa dal 1089 al 1105, il quale dette anche mandato di edificare una nuova Chiesa, dove accoglierle degnamente. L’area individuata fu quella che sino a pochi anni prima aveva ospitato il palazzo del Governatore bizantino, detto Catapano, distrutto a seguito di una ribellione popolare cittadina. I lavori della Basilica si conclusero il 1º ottobre del 1089, anno in cui le Sante Reliquie furono trasferite nella Cripta della stessa per mano del Papa Urbano II, giunto a Bari per l’occasione. Solo nel 1197 si ebbe la consacrazione ufficiale della Chiesa da parte dell’imperatore Enrico VI, in commemorazione del padre Federico Barbarossa che, partendo per la Crociata, ricevette presso la Basilica la benedizione di San Nicola.

Da quel momento il “sacro luogo” è simbolo dell’unione tra Oriente e Occidente, oltre a divenire meta di migliaia di pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo cattolico ed ortodosso. All’interno della Cripta, sul lato sinistro, come testimonianza della vocazione ecumenica della terra di Bari è ancora visibile, all’interno di una cappella, l’altare un tempo destinato al solo rito ortodosso. La Basilica di San Nicola, pregna di spiritualità, è il monumento principale della città e la identifica fortemente. Nel corso dei secoli sono state raccontate tantissime leggende su San Nicola, il “Santo delle genti” tra cui quella raccontata a proposito alla “colonna miracolosa” posta in un angolo della cripta, sulla destra.

La colonna in porfido, racchiusa in un’inferriata, da secoli attira la devozione dei pellegrini che accorrono a toccarla convinti delle sue virtù taumaturgiche. Si racconta che San Nicola fece un viaggio a Roma in visita a papa Silvestro. Qui, passando dinanzi alla casa in demolizione di una donna di facili costumi, ammirò questa bella colonna e la sospinse nel Tevere. Miracolosamente si ritrovò nelle acque antistanti il porto di Mira ed egli, al suo ritorno, la collocò nella cattedrale. Altrettanto miracolosamente fu vista galleggiare nelle acque di Bari all’arrivo delle reliquie del Santo. Nessuno riusciva a prenderla. Finalmente, la notte che precedeva la riposizione delle sue reliquie (fra il 30 settembre ed il 1° ottobre del 1089), mancando una colonna, S. Nicola intervenne a completare lui stesso l’opera dell’abate Elia: i baresi udirono suonare le campane e, accorsi alla Basilica, videro un santo vescovo che con due angeli abbatteva il pilastro eretto dall’abate Elia e vi installava la nostra colonna.

Si racconta anche che la Chiesa sarebbe stata costruita per custodire nelle sue fondamenta il Sacro Graal, il calice dal quale Cristo bevve nel giorno dell’Ultima Cena con gli apostoli, leggenda avvalorata dalla partenza dei tanti crociati in Terrasanta, proprio dal porto di Bari. Le genti antiche della città vecchia raccontavano anche che, le ossa del Santo vennero trasportate su un carro trainato da buoi e che, giunti sulla piazza dell’attuale Basilica, si sarebbero fermati per volontà del Santo che indicava di essere sepolto lì. Sempre vivo, e molto più concreto, è il fenomeno della Santa Manna il liquido trasudato dalle ossa che, ogni anno la sera del 9 maggio, i Padri Domenicani raccolgono in apposite ampolle decorate. Gli effetti della traslazione delle Reliquie del Santo, e quindi il legame con la devozione del Santo, hanno avuto sulla città di Bari risvolti religiosi importanti, oltre che culturali ed economico-politici. La Basilica è inserita nel contesto della così denominata “Cittadella Nicolaiana” che comprende anche la Chiesa di San Gregorio, la più antica della città vecchia ancora consacrata, la biblioteca e l’archivio della Basilica in cui sono conservati documenti cartacei e pergamene di eccezionale interesse storico. Nella Piazza è presente il Portico dei Pellegrini utilizzato spesso per esposizioni e/o incontri culturali, e il Museo Nicolaiano inaugurato il 6 febbraio 2010 nel quale sono esposti i pezzi più preziosi provenienti dall’Archivio e dal Tesoro della Basilica e legati alla secolare storia e al culto dei fedeli verso il Santo Patrono della città di Bari.
Evelina Giordano
Giornalista/Pubblicista n.13138/ 2009
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Pubblicato da "Ovunque Puglia" di Evelina Giordano, su il Quotidiano on line“Pugliain.net" in data 24 dicembre 2022.